Sicurezza sul Lavoro

Telelavoro, i rischi psicosociali e la dimensione di genere

Durante la pandemia è aumentato notevolmente l’interesse per il telelavoro, ma anche l’impatto sulla salute dei lavoratori, dato che condizioni più flessibili si stanno diffondendo in maniera permanente presso molte aziende.

Se da un certo punto di vista questa tipologia di lavoro implica numerosi vantaggi: flessibilità, autonomia ed equilibrio tra lavoro e vita privata; dall’altra, recenti studi hanno svelato alcune delle potenziali criticità.

Il telelavoro comporta rischi psicosociali, legati all’uso intensivo delle tecnologie digitali, al loro impatto sull’equilibrio vita-lavoro e all’isolamento. Inoltre, è emerso che il telelavoro con le sue conseguenze negative incide maggiormente sul genere femminile, soprattutto per quel che riguarda lo stress e la salute.

Il telelavoro è definito come una forma di lavoro che può svolgersi sia presso una sede lavorativa sia fuori, per esempio: a casa, in viaggio o in spazi di co-working grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie.

Una mole di lavoro eccessiva, la tendenza all’isolamento e l’uso eccessivo dei nuovi mezzi digitali possono condurre alla riduzione dell’equilibrio tra lavoro e vita privata, generando stress. A livello fisico, invece, i movimenti ripetitivi, la postura statica e l’uso improprio degli strumenti possono causare disturbi muscolo-scheletrici, mal di testa e problemi agli occhi.

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