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SICUREZZA SUL LAVORO: Il punto della situazione

Dai recenti dati INAIL pubblicati per il mese di ottobre, leggiamo numeri da rabbrividire, 534.314 infortunati, 51.055 denunce protocollate per malattia professionale e 896 morti sul lavoro, ovvero ogni otto ore si verifica un incidente mortale e ogni cinquanta secondi un ferito. Dunque, gli infortuni e gli incidenti sul lavoro non accennano a diminuire ma da una esperienza professionale e
personale le cause non sono solamente per violazione delle norme.

Tra le cause principali ci sono una carenza e scarsa cultura della sicurezza, una totale disabitudine e cattiva educazione al lavoro sicuro. Maestranze che sempre di più sono improvvisate senza alcuna preparazione ed esperienza specifica, causa anche da un riadattarsi al lavoro a seguito di un improvviso licenziamento, chiusura dell’attività o azienda presso la quale si lavorava. Lavori che per essere concorrenziali nella spietata guerra del mercato sono sempre soggetti al ribasso e quindi la necessità di dover fare dei tagli ai costi ed inevitabilmente si va a toccare la sicurezza sul lavoro, quale la formazione, attrezzature di protezione individuale necessarie ecc. Un ormai modus operandi errato diventato consuetudine e normalità. In occasione della Giornata Internazionale delle persone con disabilità, lo scorso 3 dicembre presso la direzione generale dell’INAIL, è intervenuto il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella il quale ha dichiarato che “ un Paese con disabilità da lavoro non ha raggiunto un livello di civiltà adeguato”.

Eppure la nostra Costituzione Italiana recita:

art. 1, l’Italia è una Repubblica democratica fondata
sul lavoro […]
art. 4, la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il
diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano
effettivo questo diritto
art. 9, la Repubblica promuove lo sviluppo della
cultura e la ricerca scientifica e tecnica
art. 32, la Repubblica tutela la salute come
fondamentale diritto dell’individuo […]
art. 35, la Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue
forme ed applicazioni.

Di certo è che, quotidianamente, ci troviamo di fronte ad un bilancio tragico e preoccupante che dobbiamo contrastare e fermare assolutamente. Quindi cosa si deve fare e come? Questa la domanda che ci si deve porre. Servono inevitabilmente azioni e misure urgenti di prevenzione, di formazione e di verifica con ispezioni mirate da parte degli organi di vigilanza che sono in forte
carenza di personale. Si devono contrastare atteggiamenti errati quale un senso di rassegnazione da parte di tutti, datori di lavoro e lavoratori, in quanto anche la certezza della pena o i lunghi processi irrisolti scoraggiano poi ad investire nella sicurezza sul lavoro. Lottare contro coloro che tentano di raggirare la norma.

Incoraggiare e stimolare invece quanti la norma la subiscono passivamente senza darne un seguito ed una reale efficacia ed applicazione. Si è passati ad una pericolosa mentalità in cui gli infortuni, le lesioni e la morte sono accettati come un rischio inevitabile ed addirittura ragionevole del lavoro e della produzione. Per questo dobbiamo tutti insieme, e solo uniti si possono ottenere risultati, parlarne il più possibile per ottenere una inversione di mentalità. Partire dal mondo della scuola, educare i ragazzi, gli studenti alla cultura della sicurezza sul lavoro speranza di un cambio di rotta per un futuro migliore. Non si può morire di lavoro !!!.

Arch jr Wladymiro Wysocki
Tecnico e Docente esperto in materia di igiene, prevenzione
e sicurezza sui luoghi di lavoro.

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