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Reddito di cittadinanza, ad oggi numerosi disagi

Tanti, troppi ritardi. E tante, troppe incognite. Sono passati quattro mesi dalla partenza del reddito di cittadinanza, la misura voluta dal Movimento 5 stelle e introdotta dal governo con la legge di Bilancio. Cosa dicono i numeri, al momento? Il reddito di cittadinanza viene percepito da 737mila nuclei familiari, corrispondenti a 1,9 milioni di persone: si tratta di un italiano su 30 (dati Istat aprile-luglio 2019). L’importo medio mensile ricevuto dai richiedenti idonei è di 490 euro e la maggior parte delle domande accolte viene dal Sud Italia: tra i beneficiari del sussidio, infatti, il 61% viene dal Mezzogiorno.

Tra ritardi e polemiche, ora si sta entrando nella fase 2 del reddito di cittadinanza, quella che nelle intenzioni del governo dovrebbe “accompagnare” il beneficiario del sussidio verso la ricerca di un posto di lavoro. E così, dopo il caricamento delle card – spesso con la delusione per gli importi ben al di sotto dei 780 euro “pubblicizzati” dal governo – entro fine estate arriverà la chiamata o l’sms per avviare l’iter dell’inserimento lavorativo e firmare il cosiddetto patto per il lavoro.

O meglio, dovrebbe arrivare, perché a circa quattro mesi dalla partenza le imprese non stanno ancora assumendo i lavoratori in stato di povertà: impossibile procedere anche solo con il primo passo dell’iter.

In sostanza, gli imprenditori interessati ad assumere i beneficiari del reddito non riescono a registrarsi sul sito dell’Anpal, l’Agenzia nazionale politiche attive lavoro.

In attesa che la situazione di sblocchi e il sito Anpal torni operativo, una cosa sembra essere certa: i tempi, per imprese e percettori del reddito, saranno lunghi.

FONTE: TODAY.IT

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