I carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro di Varese hanno posto sotto sequestro una ditta metalmeccanica gestita da cinesi, dove erano impiegati solo connazionali, costretti a lavorare in condizioni di sicurezza e di igiene ambientale molto precarie.
I militari, supportati dagli ispettori di Ats Insubria, sono intervenuti nell’azienda di Uboldi dove erano impiegate 11 persone, delle quali 6 sono risultate in nero. Tutti lavoravano su macchinari vecchi e senza alcun dispositivo di sicurezza, un escamotage per aumentare i ritmi e la produzione. Non solo. I lavoratori, tutti connazionali, erano costretti a cambiarsi all’interno del reparto in quanto non era presente un locale spogliatoio e pranzavano nell’abitacolo di un pulmino trasformato in una cucina. Gli operai, che non conoscevano una parola di italiano, sono stati ascoltati grazie ad un interprete fornito dal Tribunale di Busto Arsizio. Per il datore di lavoro (attualmente in Cina) e per il coordinatore sul posto è scattata la denuncia sulla scorta della nuova normativa sul caporalato oltre a sanzioni per 100mila euro. Sigilli per i due capannoni.
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