Come sappiamo il salario minimo è uno dei cavalli di battaglia dei 5 Stelle. Secondo i pentastellati dovrebbe aggirarsi intorno a nove euro l’ora.
Nei giorni scorsi è stata firmata una circolare da parte dell’Ispettorato nazionale del lavoro, organo controllato dal ministero del Lavoro e quindi dal relativo ministro, Luigi Di Maio. La circolare dà la sua interpretazione sui criteri che gli ispettori devono seguire quando vanno a controllare le aziende che incassano incentivi pubblici, come ad esempio lo sconto sui contributi per le assunzioni dei nuovi dipendenti.
Il documento — firmato dal direttore dell’Ispettorato Leonardo Alastra — stabilisce che il «personale ispettivo dovrà svolgere un accertamento sul merito del trattamento economico/normativo effettivamente garantito ai lavoratori». E «non un accertamento legato ad una formale applicazione del contratto sottoscritto dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale».
Insomma, l’invito è a concentrare i controlli sul salario effettivamente versato al dipendente, per verificare il rispetto del livello minimo previsto dal contratto. Tutto il resto passa in secondo piano. Naturalmente non si introduce la regola del salario minimo, servirebbe una legge non basta una circolare. Ma è un primo passo.
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