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L’Umbria resta incatenata alla crisi

Più volte (dal 2008 ad oggi), ci sono state interpretazioni più o meno autorevoli, che tendevano a sottolineare come l’Umbria fosse in procinto di uscire dalla “crisi” o ne fosse già uscita. Una “crisi” che, come ha dimostrato l’ultima indagine Eurostat, ci ha fatto precipitare nella graduatoria del PIL pro-capite a -17% rispetto alla media delle regioni europee.

I dati ISTAT ci dicono che in Umbria nel primo trimestre 2019 la disoccupazione tocca quota 10.4%. Era del 9,2% nel 2018. Inoltre, i dati sulla qualità del lavoro confermano llo scivolamento verso un lavoro sempre più povero e precario. Oltre a ciò, è da sottolineare la drammaticità del dato relativo alla disoccupazione giovanile che passa in Umbria dal 30,8 % del 2017 al 31,1% del 2018.

Le esportazioni, che in questi anni sono state uno dei pochi punti positivi della nostra economia, si stanno velocemente ridimensionando. Infatti, l’andamento negli ultimi quattro trimestri è stato il seguente: II trimestre 2018 (+6,7%), III trimestre 2018 (+13,6%), IV trimestre 2018 (+10,8%), I trimestre 2019 (+1,3).

Nel periodo gennaio-maggio 2019 si registra in Umbria un calo delle immatricolazioni automobilistiche pari a -4,8%. In tutto il 2018 il calo era stato pari a -0,8%. Questo calo si accompagna a quello complessivo dei consumi che in Umbria ha segnato un -2,2%, con consumi dell’11% inferiori alla media nazionale. Questi tre elementi ci danno un quadro di una situazione complessivamente difficile e delicata che è assolutamente impossibile sottovalutare o ridimensionare.

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