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Lavoro in nero, cosa emerge dalle quasi 100.000 aziende verificate dall’INL

Il 18.04.2019 è stato presentato il Rapporto annuale dell’attività di vigilanza dell’Ispettorato Nazionale del lavoro (INL) 2018. Il Rapporto presenta in maniera dettagliata i risultati della vigilanza svolta dall’INL e delinea un quadro delle ispezioni effettuate nel 2018 e delle tipologie di violazioni accertate con specifiche rispetto ai territori e ai settori di attività.

Dall’analisi dei dati è innanzitutto emerso che delle 98.255 aziende dove si sono svolti accertamenti, le verifiche hanno portato a scoprire vari illeciti con un tasso di irregolarità pari al 70% (+ 5% rispetto al 2017). I lavoratori in nero accertati sono 42.306, pari a oltre il 40% del totale rilevato di lavoratori irregolari, e la maggiore incidenza del fenomeno è stata registrata in Campania, Puglia, Lombardia, Lazio, Toscana, Emilia Romagna. I settori merceologici maggiormente interessati dal fenomeno del lavoro nero sono servizi di alloggio e ristorazione, commercio, edilizia, attività manifatturiere e agricoltura. In agricoltura, dei 5.114 lavoratori irregolari riscontrati, 3.349 (65,5%) sono risultati in nero e tra questi, 263 cittadini extracomunitari privi di permesso di soggiorno. Dei 1.474 lavoratori interessati alle specifiche operazioni di contrasto al caporalato, 673 (circa il 46%) sono risultati totalmente in nero, per circa il 74% (496) impiegati nel solo settore agricolo.
Nel settore dell’autotrasporto sono state complessivamente ispezionate 6.855 aziende e sono state definite 6.183 verifiche, con l’accertamento di 4.358 illeciti e dunque con un’incidenza delle irregolarità pari a circa il 70,5%. Le infrazioni riscontrate hanno interessato 12.120 lavoratori e di questi 1.130 sono risultati totalmente in nero (22 extracomunitari privi di permesso di soggiorno). Le più diffuse tipologie di illeciti riguardano le violazioni della disciplina in materia di orario di lavoro e dei tempi di guida e di riposo (riscontrate per 4.496 lavoratori) e i fenomeni interpositori (1.917 lavoratori coinvolti).

Nel settore delle cooperative su un totale di 3.311 cooperative ispezionate ne sono risultate irregolari 1.986 (circa il 60%: nel 2017 le cooperative irregolari erano 1.826, pertanto si registra un aumento in percentuale del 8,76%). È stata accertata l’occupazione irregolare di 28.403 lavoratori (a fronte dei 16.838 del 2017, con un aumento del 60%), 1.036 dei quali totalmente in nero (il 3,65% dei lavoratori irregolari). Sono stati recuperati contributi e premi evasi per un importo imponibile accertato pari a euro 61.180.914,23, in aumento di circa il 15% rispetto al 2017 (53.294.927,33 euro).

L’azione ispettiva in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro ha riguardato 20.492 aziende, 16.394 delle quali, all’esito dei 20.025 accertamenti definiti, sono risultate irregolari. Il tasso di irregolarità delle aziende ispezionate, pari a circa l’82%, è aumentato di quasi il 5% rispetto al 2017, quando si era attestato al 77,09%. Nel corso degli accertamenti sono state contestate complessivamente 31.218 violazioni (26.885 penali e 4.333 amministrative). Tra gli illeciti penalmente rilevanti, 22.198 riguardano violazioni prevenzionistiche, mentre 4.237 irregolarità riguardano l’art. 4 L. 300/1970, che disciplina le condizioni per l’installazione degli impianti di videosorveglianza e degli altri strumenti di controllo.
Il quadro complessivo che emerge dal Rapporto annuale è, se cosi possiamo dire, positivo in quanto l’azione è stata certamente svolta in modo mirato, ma è altrettanto vero che indicatori tanto elevati di irregolarità e violazioni non descrivono un Paese virtuoso.

Dall’analisi del Rapporto annuale ITL, tuttavia, si evidenzia l’importanza di un costante presidio del territorio e dell’impegno al contrasto di tutte quelle azioni illecite che possono minare i diritti e l’integrità psicofisica dei lavoratori e la leale concorrenza tra le aziende.

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